Corrente elettrica, gas, acqua, per non parlare dei rifiuti e tutto il resto: la vita di noi cittadini praticamente si dipana tra bollette e tasse da pagare. Noi abbiamo deciso, per questo, di darvi qualche indicazione sui fogli che ricevete a casa e che vi dicono l’importo che dovete a questa o quella compagnia. Vediamo come leggere la bolletta del gas.
Innanzitutto bisogna sottolineare che il mercato del gas è diviso in due gruppi: il mercato con tariffe ‘Maggior Tutela’ e il ‘mercato libero‘. Mentre il primo rispetta i prezzi decisi dal Garante per l’energia elettrica e il gas, il secondo applica piani tariffari e promozioni propri. Ad ogni modo la bolletta è strutturata nello stesso modo: l’unica cosa che può variare è la posizione di determinati dati, ma sono facilmente individuabili, in quanto denominati nello stesso modo.
Come la bolletta dell’Enel, troveremo tre pagine: nella prima si trova la sintesi, nella seconda sono indicati i dettagli, mentre nell’ultima pagina le comunicazioni o ulteriori informazioni, come istruzioni per effettuare l’autolettura, le modalità di pagamento, contatti della società.
Nel centro della prima pagina, scritto ben in grande e generalmente evidenziato, troviamo i dati più importanti, cioè importo da pagare, data di scadenza e periodo interessato. Nella prima pagina, sono presenti anche il riepilogo dei corrispettivi, vale a dire una elenco sintetizzato dei vari importi addebitati, la cui somma ha dato l’intero importo da pagare. Sempre nella prima pagina troviamo i dati cliente e i dati fornitura. Vediamo, quindi, indicati la società di fornitura, il codice cliente o numero di fornitura, il codice fiscale e l’indirizzo di consegna, con il numero di matricola e tipologia del nostro contatore. Aver chiaro della presenza di queste informazioni è fondamentale nel caso in cui necessitassimo di contattare la nostra società di fornitura.
Sono indicati, anche, il PDR e il PDC: mentre il primo è il Punto di Riconsegna, vale a dire il punto dove viene prelevato il gas, il secondo è il punto di consegna. Da non sottovalutare sono i due coefficienti indicati:
il primo, denominato coefficiente P rappresenta la quantità di energia contenuta in un metro cubo di gas
il secondo, il coefficiente C, converte il consumo misurato dal convertitore in prezzo: dal momento che la stessa quantità di gas varia a seconda della pressione e temperatura di consegna, il coefficiente P permette di non variare il prezzo sulla medesima quantità di gas.
Anche con il contratto del gas, dati gli innumerevoli contratti che sottoscriviamo, rischiamo di dimenticarci le caratteristiche, le agevolazioni e la società con cui l’abbiamo sottoscritto. Non è necessario impazzire per cercare tra tutti i nostri documenti il contratto sottoscritto tempo fa: sempre sulla prima pagina di ogni nostra bolletta troviamo indicato il riepilogo della tipologia di contratto scelto, con indicata l’eventuale offerta. Alcune società necessitano anche di un deposito cauzionale quando si sottoscrive un contratto con loro e la cifra è indicata in bolletta.
Girando pagina, passiamo alla parte più dettagliata della bolletta: vengono, infatti, specificati i singoli importi. Tutte le società addebitano costi fissi e costi variabili. Vi è un’ulteriore distinzione in servizi di vendita, servizi di rete e imposte. La quota fissa, sia dei servizi di vendita che dei servizi di rete, si deve pagare in ogni caso, anche se non effettuiamo consumi, e comprende i costi di commercializzazione e l’assicurazione contro i rischi derivanti dall’uso del gas.
I costi variabili dei servizi di vendita sono indicati come quota energia o quota variabile di distribuzione, e comprendono, invece, il reale consumo. E’ suddivisa in 7 scaglioni differenti, che variano a seconda dei consumi effettuati: possiamo vedere periodo per periodo i consumi effettuati con il relativo costo per Smc (Standard Metro Cubo), lo scaglione in cui rientriamo e l’importo a noi addebitato. La quota variabile dei servizi di rete comprende i servizi di trasporto, stoccaggio e distribuzione: il costo varia a seconda dell’ambito della località servita e viene aggiornato alla scadenza dell’anno termico. Infine, non mancano mai le imposte: mentre i primi 480 metri cubi sono tassati al 10%, ai restanti viene applicata un’IVA del 22%.