Vi è mai capitato di comprare un prodotto convinti dalla dimostrazione pubblicitaria e rimanere delusi? Allora anche voi siete stati vittime di una pubblicità ingannevole. La cosa più importante da fare in questi casi è segnalare il prima possibile il fatto per evitare che possa ripetersi. Perché far valere i propri diritti è importante e per farlo ci sono diversi modi.
Secondo la legge italiana uno spot ingannevole è un atto contrario alla correttezza professionale e alla concorrenza tra le imprese. Una pubblicità è scorretta quando induce il consumatore in errore fornendo informazioni false o omettendo dettagli importanti e causando implicitamente un danno.
Sono da considerarsi pubblicità ingannevoli anche tutti quei casi non legati direttamente all’attività promozionale, ma che inducono comunque in errore il consumatore. Accade quando ad esempio vengono fornite delle informazioni inesatte sul prodotto, o in cui viene omesso il prezzo finale per il compratore o in cui viene applicato un finto sconto (cioè uno sconto a seguito di una maggiorazione). Se vi fanno firmare un contratto dando informazioni false o se sono presenti dei costi accessori, non chiaramente indicati, allora anche questa è un’attività ingannevole.
Un decreto legislativo del 2007 ha dichiarato competente in materia l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, altrimenti nota come Antitrust. L’AGCM oltre a poter definire quale pubblicità sia da ritenersi ingannevole, può anche intervenire per rettificare la situazione. Dopo aver avvertito il soggetto colpevole può emettere una multa e, in caso di prosecuzione del fatto, arrivare a sospendere l’attività dell’impresa per 30 giorni.
Se ci si imbatte in una pubblicità ingannevole ci si può rivolgere direttamente all’Authority attraverso i diversi canali attivi. Da poco è disponibile un form online che si può compilare sul sito dell’Antitrust.
Altrimenti le altre vie sono:
telefonare al numero verde 800 166 661 (lunedì-venerdì, 10:00-14:00);
inviare un fax all’Ufficio Protocollo 06 85 82 15 26;
scrivere una lettera a: Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, Piazza Giuseppe Verdi, 6/A, 00198 – Roma.
Infine per tutelarsi ulteriormente può essere vantaggioso affidarsi alle Associazioni dei Consumatori che, raccogliendo la protesta di più cittadini, possono dare maggiore forza alla propria causa. In alcuni casi è possibile anche fare ricorso ad una class action. Questa ultima strada, nata negli Stati Uniti, è ancora in fase di definizione nel nostro Paese, ma è già disponibile in specifiche situazioni. In altre parole un gruppo di consumatori chiede la soluzione di una questione comune a una grande azienda o una multinazionale attraverso un’azione legale collettiva. Insomma, come si diceva una volta, l’unione fa la forza.