Una volta, limitare i consumi energetici era l’unico modo per tenere sotto controllo le spese della bolletta. Oggi, con il mercato libero dell’energia elettrica portato anche Italia dall’Unione europea ci sono più chance di risparmiare, ma anche più elementi da tenere a mente per riuscire a risparmiare: molti operatori, differenti tariffe: ecco una guida per regolarsi.
Il costo dell’energia
La prima cosa da sapere, a livello, informativo, è di cosa è composto il costo della corrente elettrica. Secondo l’Autorità per l’energia elettrica e il gas, nel primo trimestre 2011 la fetta maggiore sta nei costi di approvvigionamento, cioè quanto spende il venditore per procurarsi l’energia. Siamo al 60,2% del totale. Creazione e mantenimento della rete di distribuzione della corrente incide per il 16%. Il resto se ne va in tasse (14,4%) e oneri di sistema (9,4%).
Il mercato libero
Da un po’ di anni in Italia, come nel resto d’Europa, non siamo più vincolati come consumatori a un unico fornitore di energia elettrica, ma possiamo scegliere da quale venditore e a quali condizioni tariffarie acquistare la corrente elettrica (e il gas) per i consumi di casa nostra. Quindi, la prima scelta che dobbiamo fare è se rimanere nel mercato regolamentato, dove vigono le regole tariffarie dell’Autorità dell’energia elettrica, oppure se tuffarci in quello libero, dopo la bussola è la legge della domanda e dell’offerta. In questo caso, sarà il nuovo operatore che abbiamo scelto a occuparsi anche del recesso del contratto precedente. Cambiare operatore non costa nulla e il passaggio di solito impiega almeno due mesi a diventare effettivo.
Prezzi biorari
Dal 1 luglio del 2010 sono entrate in vigore per tutti le nuove tariffe biorarie, sia per chi è rimasto nel mercato regolamentato sia per chi ha scelto quello libero. Queste tariffe mirano a rendere omogeneo il consumo di energia elettrica durante tutta la giornata, anche nelle ore e nei giorni in cui la richiesta è di solito più bassa (la notte e il weekend). Le tariffe biorarie, nel mercato regolamentato, prevedono prezzi più bassi nella fascia oraria tre le 19 e le 8, il sabato, la domenica e gli altri giorni festivi. I prezzi sono invece più alti dalle 8 alle 19 dei giorni feriali. Le tariffe biorarie sono quindi diventate obbligatorie nel mercato vincolato. In quello libero, invece, le condizioni, compresa l’applicazione di tariffe biorarie sono stabilite dal contratto e dall’offerta, che sono fissate in modo autonomo dal venditore di energia elettrica.
Tariffe nel libero mercato
La bioraria è soltanto una delle possibilità offerte dal libero mercato dei venditori di energia elettrica. Tra le altre modalità ci sono il prezzo indicizzato, che si applica quando il fornitore fa uno sconto percentuale (di solito dal 10% al 20%) rispetto alla tariffa più tutelata, il prezzo fisso, e il prezzo a forfait, che fissa mensilmente in base a quantitativi prestabiliti.
Venditori di energia sul mercato italiano
Secondo la legge europea, c’è concorrenza soltanto per quanto riguarda la vendita di energia elettrica, mentre per la distribuzione, dobbiamo sempre attenerci a quanto disposto dall’Autorità dell’energia elettrica. Gli operatori presenti sul nostro mercato vanno cercati a seconda di dove abitiamo: sul sito dell’Autorità è possibile effettuare una ricerca per codice di avviamento postale. I più importanti sono: Enel, A2A, Acea, Eni, Edison, E.on, Sorgenia, Energit e Mpe.
Come leggere la bolletta
Le voci in bolletta possono variare a seconda del fornitore di energia elettrica al quale ci rivolgiamo. In generale, comunque, la quota energia è il costo dei kwh consumati nel bimestre. La quota potenza è la quota del contatore che abbiamo installato. La quota fissa è l’importo che si paga per il possesso di un contatore. Bisogna anche tenere conto del fatto che il consumatore paga le imposte per importi superiori ai 150kwh al mese.