Anche nell’era dell’online e dell’e-commerce, la vendita su catalogo e porta a porta è ancora molto presente sul mercato itlaliano. Questi acquisti possono essere un modo conveniente per avere prodotti a un prezzo scontato. Ma dato che spesso si tratta di impegni a lungo termine (si arriva anche a due anni) e per somme molte alte (anche 3500 euro) è meglio conoscere i propri diritti, per tutelarsi in caso di merce scadente, servizi non all’altezza o anche in caso di acquisti avventati.
Quando si sottoscrive, spesso dopo aver consultato un catalogo, uno di questi accordi, ci si impegna con il venditore per un periodo di tempo prestabilito ad acquistare i prodotti più disparati. Si va dall’arredamento ai casalinghi, dagli antifurti alla cristalleria.
Il Centro ricerca e tutela dei consumatori e degli utenti (Crtcu) ha raccolto parecchie segnalazioni, spesso non proprio soddisfatte, per stilare una serie di regole e di avvertenze da seguire nel caso si voglia comunque provare l’esperienza un po’ vintage dell’acquisto su catalogo.
La prima attenzione da avere è non entusiasmarsi per gli sconti proposti. In molti casi, il prezzo pieno su cui viene fatto lo sconto non esiste, perché quei prodotti possono essere comprati soltanto via catalogo. Quindi lo sconto è quasi sempre virtuale, perché il prezzo è unico, quello sul catalogo. La qualità della merce è spesso non verificabile se non nel momento in cui viene consegnata, perché nella maggior parte dei casi non esistono negozi dove provarla o anche solo toccarla. In entrambi i casi, è meglio fare una serie di ricerche autonome (su Internet, o tra i conoscenti) per capire se il prezzo è competitivo e l’oggetto (o il servizio) di valore.
La seconda categoria di informazioni da tenere ben presenti riguardano il contratto e le possibilità di annullarlo. Il diritto di recesso per questo tipo di spesa dura dieci giorni. Entro questo termine, si può inviare una lettera (raccomandata con ricevuta di ritorno) specificando la propria volontà. In quel caso, l’azienda non può opporsi e il contratto è annullato. I dieci giorni sono da considerare a partire dalla data di firma sotto la nota d’ordine o dalla data di ricezione del contratto (se non c’è una nota d’ordine), Abbiamo dieci giorni anche per rimandare indietro la merce, se è diversa da quella che avevamo concordato. Se il venditore non ha chiaramente comunicato questo diritto di recesso entro i dieci giorni, il termine sale a 60 giorni.