Bere acqua pubblica di qualità, aiutare l’ambiente e risparmiare soldi. Le Case dell’acqua sono una delle formule più innovative per coniugare queste tre esigenze senza fare salti mortali. Cosa sono? Nate qualche anno fa da un’idea di quattro aziende idriche pubbliche attive in Lombardia (Cap Holding, Ianomi, Tam e Tasm), le Case dell’acqua sono degli impianti di produzione e distribuzione di acqua pubblica aperti a tutti in cui può recarsi ogni cittadino, aprire i rubinetti e rifornirsi di acqua in base alle proprie necessità e a prezzi molto bassi.
Le possibilità di scelta e le garanzie per le salute
I consumatori che scelgono di servirsi alle Case dell’acqua possono contare su un’ampia possibilità di scelta. I distributori erogano infatti sia acqua naturale che frizzante. Inoltre, a seconda delle preferenze, si può optare tra quella a temperatura ambiente e quella refrigerata.
Le risorse idriche utilizzate dalle Case sono naturalmente quelle degli acquedotti pubblici, ma sono sottoposte a un numero di controlli più elevato rispetto all’acqua che sgorga dai rubinetti delle nostre abitazioni. Il livello di sicurezza è quindi maggiore.
I vantaggi per l’ambiente
Oltre a garantirsi più salute e più benessere, chi si rifornisce alle Case dell’acqua dà un contributo importante anche alla sostenibilità ambientale ed è incentivato a un consumo responsabile del bene idrico. Per dare un’idea di quanto questo gesto possa avere un forte impatto in termini ecologici basta fare un esempio. E’ stato calcolato che l’imbottigliamento e il trasporto su gomma di 100 litri di acqua generano emissioni di CO2 pari a 10 chili per ogni 100 chilometri. Chi invece sceglie di utilizzare la rete dell’acqua pubblica senza acquistare bottiglie nei negozi abbatte le emissioni inquinanti in modo sensibile. Su 100 litri erogati si producono infatti soltanto 0,04 chili di anidride carbonica: un rapporto di 1 a 150. Inoltre, l’uso di contenitori ecosostenibili e bottiglie di vetro riduce il consumo di plastica e contribuisce indirettamente ad abbassarne anche la produzione a livello industriale.
Come funzionano
Il funzionamento delle Case dell’acqua è molto semplice: l’erogazione si avvia attraverso la semplice pressione di un tasto elettronico in acciaio inox.
Ecco dei suggerimenti per usufruire in modo corretto del servizio nel rispetto degli altri utenti:
Prelevate al massimo 6 litri per persona al giorno. Fare scorte non è necessario: l’accesso alle Case dell’acqua è aperto ogni giorno
Fate in modo di accedere al servizio negli orari previsti dal Comune in cui è presente la Casa dell’acqua
Consumate l’acqua che avete prelevato nel giro di 48 ore perché i contenitori non sono sterili e l’acqua potrebbe deteriorarsi con il passare dei giorni e perdere le sue qualità
Scegliete soprattutto bottiglie di vetro
Evitate di lasciare esposti al sole o alle intemperie i contenitori che utilizzate
Dove si trovano le Case dell’Acqua
Al momento la distribuzione geografica delle Case dell’acqua sul territorio nazionale non è ancora omogenea: la maggior parte dei punti di rifornimento sono al Nord mentre al Centro e al Sud ce ne sono di meno. Nell’ultima rilevazione effettuata, a ottobre 2010, gli impianti installati in Italia erano 203, di cui 158 in Lombardia (dove questa esperienza ha avuto inizio), 21 in Piemonte, 8 in Emilia Romagna, 3 in Veneto, Friuli e Lazio, 2 in Toscana, Umbria e Sardegna e una in Sicilia. Nello stesso mese del censimento, però, già si prevedeva l’imminente apertura di altre 46 strutture e anche in nuove regioni. L’unico sforzo per i cittadini, quindi, è quello di fare un po’ di strada nel caso in cui non ci siano impianti vicini alle proprie abitazioni.
Come sono fatte: le cinque tipologie
Ogni Casa dell’acqua ha la forma di un piccolo edificio al cui interno sono presenti due erogatori di acqua. Dal punto di vista architettonico, esistono cinque tipologie:
Casetta
La tipologia “a casetta” è una costruzione in muratura dotata di un cortile esterno aperto al pubblico. In questo patio, protetto da un portico o da una pensilina, si trova una fontana di acqua potabile in calcestruzzo armato. Il rivestimento può essere con listelli di laterizio (rossi o in pietra) o con intonaco da esterni (giallo o verde). In quest’ultimo caso, sia i pilastri che gli erogatori sono rivestiti da tesserine di mosaico verde.
Fontana
Le “fontane” sono strutture semplici, in cui il locale chiuso con le apparecchiature produttive è separato dal punto di erogazione. La zona chiusa può essere a volte parzialmente coperta da una tettoia e altre volte scoperta. La fontana d’acqua presenta un impianto idraulico e un rubinetto a pulsante in ottone.
Gatzebo
I “gatzebo” possono essere di due tipi: prefabbricati e non. Si tratta di strutture parzialmente coperte, eccezion fatta per il punto di erogazione. I “gatzebo” prefabbricati sono quelli più evoluti.
Container
Le Case “container” sono strutture completamente prefabbricate che si posano a secco attraverso l’utilizzo di elementi componibili.
Appendice
Le Case del tipo “appendice” sono piccoli impianti che presentano un locale chiuso per la produzione dell’acqua e una fontanella di erogazione aggregata a strutture edilizie già esistenti.
Oltre a queste cinque tipologie sono state sperimentate delle Case con struttura compatta e tetto a imbuto per “rappresentare” la raccolta dell’acqua piovana. In più, sono stati previsti progetti dotati di impianti audio-video con controllo a distanza.