Il conto corrente bancario, denominato anche conto corrente di corrispondenza, è il contratto con il quale la Banca assume il mandato di compiere per conto del Cliente e dietro suo ordine pagamenti (di assegni tratti dal correntista sulla Banca, di cambiali domiciliate, di fatture, imposte, bollette, di operazioni effettuate per giroconto) e riscossioni (di assegni, cambiali, interessi o dividendi su titoli depositati in amministrazione e così via), fornendo quindi al Cliente il cosiddetto servizio di cassa.
Il correntista può disporre in qualsiasi momento delle somme risultanti a suo credito, salva l’osservanza del termine di preavviso eventualmente pattuito (art. 1852 C.C.).
Il conto viene chiuso a fine anno ed il saldo viene riportato a nuovo.
L’estratto conto si intende approvato se non è contestato entro sessanta giorni dalla ricezione, ma può essere impugnato entro sei mesi per errori di scritturazione o di calcolo, per omissioni o per duplicazioni.
Il calcolo degli interessi avviene mediante il cosiddetto metodo “amburghese”, che consente l’applicazione di tassi diversi ai saldi debitori e creditori.
Pertanto, si può dire che il conto corrente di corrispondenza è un contratto complesso, non esplicitamente previsto dal nostro codice civile, caratterizzato dalla presenza di due prestazioni essenziali ed ineliminabili.
La prima prestazione è un mandato, in forza del quale la Banca si impegna ad effettuare un servizio di cassa per il Cliente curando per suo conto riscossioni e pagamenti.
La seconda prestazione è un deposito bancario di denaro. Gli effetti tipici del deposito sono il trasferimento della proprietà del denaro dal Cliente depositante – titolare del conto – alla Banca e l’obbligo di quest’ultima di restituire le somme ricevute su richiesta del depositante.
Per quanto riguarda i pagamenti ed in genere per le operazioni comportanti registrazioni a debito, bisogna tener presente che la Banca si impegna ad effettuarli sul presupposto che il conto presenti la necessaria disponibilità.
Questa disponibilità può essere precostituita dal Cliente con fondi propri (versamenti e riscossioni da terzi) o con somme messegli a disposizione dalla Banca (affidamenti per cassa).
Al conto corrente di corrispondenza accede normalmente la convenzione assegni, cioè la facoltà riconosciuta al Cliente di poter utilizzare le somme disponibili in conto mediante assegni tratti sulla Banca.
Per la gestione contabile dei conti correnti di corrispondenza le Banche utilizzano l’estratto conto capitale e l’estratto conto scalare.
Nel conto corrente di corrispondenza si riconoscono tre configurazioni di saldo:
saldo contabile, che si ottiene dalla somma algebrica di tutte le operazioni che sono state registrate a debito ed a credito del correntista, senza tener conto delle valute;
saldo liquido, che è il risultato della somma algebrica di tutte le operazioni maturate, escludendo dal conteggio quegli importi che presentano una valuta posteriore rispetto alla data in cui si provvede a determinare il saldo (c.d. partite non liquide);
saldo disponibile, che si ottiene considerando solo le operazioni di cui la Banca conosce l’esito e che hanno avuto buon fine.
Si tratta quindi di uno strumento utile.